Nei giorni scorsi si è rapidamente diffusa la notizia di un ragazzo di 13 anni, morto all’ospedale di Genova per le gravi complicazioni seguite a un morso di zecca.
La causa del decesso è al momento solo un’ipotesi, fondata – per quanto è dato di sapere – sul racconto dei genitori.
Secondo gli organi di informazione, il ragazzo avrebbe subito un morso di zecca nell’agosto 2023, sviluppando quindi una serie di sintomi: “rash cutaneo, artrite, disturbi neurologici e problemi cardiaci”, responsabili di un progressivo aggravamento del suo stato di salute, fino ad allora buono.
Il giovane sarebbe stato anche sottoposto a una lunga serie di ricoveri in diversi ospedali della Lombardia e infine a Genova, dove purtroppo si è spento.
La direzione sanitaria dell’ospedale genovese avrebbe segnalato il decesso alla Procura della Repubblica, facendo scattare le indagini sulle cause della morte e sugli eventi che l’hanno preceduta.
Al momento sono in corso accertamenti e sarà compito delle autorità fornire risposte definitive sulla triste vicenda. In attesa degli esiti ufficiali è importante evitare supposizioni, soprattutto su diagnosi mediche, per rispetto della famiglia e della corretta informazione.
D’obbligo quindi prendere con grande prudenza l’affermazione riportata da alcuni giornali “che la Procura sta sondando l’ipotesi che il ragazzino sia morto per le complicazioni della rickettsiosi o della malattia di Lyme”, così come il “sospetto che i sintomi del giovane siano stati sottovalutati nei vari ospedali dove è stato ricoverato prima di arrivare in Liguria”.
Lasciando alle indagini il compito di chiarire le reali cause dell’accaduto, c’è una riflessione da fare.
Purtroppo l’esito fatale di Genova ha diversi precedenti, che hanno interessato il nord e il sud del nostro paese. Morti dopo una puntura di zecca sono accadute in Sardegna, in Veneto, in Sicilia insegnando che quando si parla di malattie trasmesse dalle zecche, l’informazione può giocare un ruolo fondamentale, soprattutto nella prevenzione.
Accompagnare i fatti di cronaca con notizie corrette su come difendersi e sui sintomi da non sottovalutare aiuta a evitare allarmismi e consente alle persone di imparare comportamenti responsabili per proteggere se stessi e gli altri.
La domanda d’obbligo è: cosa fare dopo un morso di zecca?
É essenziale agire tempestivamente seguendo alcune semplici ma importanti regole:
– Rimuovere la zecca appena possibile usando una pinzetta a punta sottile o un estrattore, senza cospargerla di sostanze come alcol e olio,
– Disinfettare poi la zona del morso con un antisettico che non colora la pelle,
– Monitorare i sintomi nelle settimane successive, prestando attenzione a segnali come febbre, affaticamento, mal di testa, comparsa di arrossamenti sulla pelle,
– Consultare un medico appena compaiono i sintomi e in caso di qualsiasi reazione sospetta.
Conoscere i rischi e sapere come affrontarli fa la differenza: può facilitare la diagnosi e permettere di intervenire precocemente, arginando conseguenze non sempre facili da gestire.
Gli organi di stampa hanno certamente un ruolo cruciale nel raccontare i fatti, ma anche nel diffondere informazioni che possono salvare vite.
L’evento di Genova può diventare un punto di partenza per sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e delle corrette pratiche da adottare in caso di morso di zecca.
L’impegno dei media può svolgere un ruolo chiave in questa direzione:
– garantendo un’informazione chiara e puntuale
– promuovendo pratiche di prevenzione, in particolare nelle zone dove le malattie trasmesse dalle zecche sono poco diffuse o conosciute
– favorendo il precoce riconoscimento di sintomi e reazioni sospette.
Le zecche sono sempre più diffuse e la loro presenza è segnalata in sempre nuovi territori. È necessario accompagnare questo fenomeno con un’indicazione molto chiara: il morso di zecca non è un dettaglio da trascurare. Il più delle volte è innocuo, ma può anche rivelarsi una fonte di problemi molto seri.
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Fonte immagine: pexels.com